Prosegue il viaggio intorno alle Bollicine minori nella caratteristica e suggestiva cantinetta del ristorante l’Oca in darsena a Viareggio. Per la terza tappa del nostro lungo ed entusiasmante percorso abbiamo voluto ripercorrere la Penisola da nord a sud in modo più scanzonato della prima serata; non a caso il titolo della degustazione era “A zonzo per L’Italia”.
Chi ha letto le precedenti note si ricorderà che “In viaggio per l’Italia in purezza” sono stati serviti otto prodotti, uno per regione, tutti provenienti da vitigni autoctoni in purezza. Stavolta sempre otto prodotti di altrettante regioni (solo tre regioni in comune con la prima serata) i cui prodotti erano sia in cuvée che in purezza.
Come al solito il servizio degli otto campioni selezionati per la serata è stato valutato in base alla permanenza sui lieviti il che ha permesso di poter apprezzare oltre le peculiarità di ogni singolo terreno di provenienza anche la fusione della bollicina nel liquido.
I primi quattro campioni sono stati volutamente scelti con una permanenza di 18 mesi sui lieviti affinchè si potesse tarare il livello di percezione della CO2. Nota fuori programma la presenza di un gradito ospite straniero che mi ha permesso di rinfrescare il mio inglese arrugginito in fase di degustazione. Ma bando alle ciance, qui di seguito quello che abbiamo degustato:
- Umbria: Scacciadiavoli, Brut s.a., Sagrantino 85%, Ch 15%
- Lombardia: Frecciarossa , “I Moschettieri”, Pas Dosé 2010, Pn 100%
- DOCG Gavi: Magda Pedrini, Brut 2011, Cortese di Gavi 100%
- Calabria: I Greco, “Gran Cuvée Millesimato”, Brut 2010, Gaglioppo 100%
- DOC Modena: Cantina della Volta, Brut 2010, Lambrusco di Sorbara 100%
- Marche: Santa Barbara, “Stefano Antonucci”, Brut s.a., Ch 80%, Pn 20%
- Toscana: Fèlsina, Brut 2009, Sangiovese 40%, Pn 25%, Ch 20%, Vino di riserva 15%
- Veneto: Faccioli, “Mascolino”, Brut s.a., Garganega 100%
Le note della serata.
Umbria: Scacciadiavoli, Brut s.a., Sagrantino 85%, Ch 15%
Ritroviamo questo produttore, in versione bianca. Brillante alla vista di un colore giallo paglierino con riflessi ancora verdolini; bollicine nel bevante discordanti fra i vari degustatori, ma generalmente presenti e visibili.
Al naso il primo impatto si lega molto al territorio argilloso di provenienza: una nota di foglie bagnate che “grattano” le nostre narici, a seguire note di frutta a polpa bianca che potremmo descrivere come pera williams e sotto un floreale che ricorda il gelsomino. In bocca entra equilibrato con una buona freschezza ma una più intrigante sapidità.
Decisamente di corpo, il tenore alcolico è 13%, possiede una buona persistenza gusto olfattiva. La bollicina purtroppo risulta essere molto “schiumosa” e staccata dalla parte liquida. Una maggiore permanenza sui lieviti potrebbe migliorare il vino, ma non sta a noi questo compito…
Lombardia: Frecciarossa , “I Moschettieri”, Pas Dosé 2010, Pn 100%
Passiamo in Lombardia e precisamente in Oltrepò, zona che regala splendidi vini a base pinot nero in versione spumantizzata. Il campione non si può fregiare della DOCG ma solamente di una IGT.
Le viti sono allevate su terreni calcareo argillosi che conferiscono sfumature olfattive persistenti. Nulla da dire alla vista che rientra nei classici canoni di questo tipo di prodotti. Al naso spinge con forza.
Pungente al punto giusto con note di humus mitigate da sensazioni di miele di acacia; una frutta a pasta bianca non ancora perfettamente matura completa lo spettro olfattivo. In bocca entra con decisione con una buona struttura, che rimane compatta e non si allarga grazie al buon equilibrio del vino.
L’alcol fa segnare 13% ma la contrapposizione delle freschezze ed in maniera percettibile delle sapidità equilibrano il gusto del vino. Molto verticale sulla lingua con un buon grip anche se una bollicina più fine ed una coesione maggiore col la parte liquida lo farebbero migliorare di molto.
DOCG Gavi: Magda Pedrini, Brut 2011, Cortese di Gavi 100%
Restiamo al nord ma cambiamo regione, ci spostiamo in Piemonte precisamente a Gavi ed il prodotto non poteva che provenire da uve Cortese in purezza. Le viti sono ad un altezza di circa 230 slm su terreni marnosi-limosi che oltre che a conferire un buon corredo olfattivo generano prodotti con minore acidità.
Plauso alla produttrice che ha indicato la data di sboccatura: primo trimestre del 2014. Vestito di un giallo più carico dei precedenti sviluppa una notevole schiuma nel bevante che diradandosi fa apprezzare diverse collane di piccole bollicine che salgono in superficie.
Già dal tappo ne avevo avuto sentore, ma la conferma di note casearie si ritrovano all’esame olfattivo. Arricchiscono il bouquet ricordi di frutta a pasta gialla come pesche non ancora perfettamente mature, susine ed un lontano ricordo di mimosa.
In bocca è più largo dei precedenti. Pur avendo lo stesso tenore alcolico la percezione dello stesso è superiore. Gioca più sulla potenza che sull’eleganza. Di corpo con bolla rotonda, anche se non perfettamente integrata nel vino, chiude con una piacevole freschezza di beva.
Calabria: I Greco, “Gran Cuvée Millesimato”, Brut 2010, Gaglioppo 100%
Tuffo nel profondo sud per il primo dei due rosati della serata. Uva Gaglioppo vinificata in purezza con sosta di 18 mesi sui lieviti, sboccato quasi un anno fa. Molto intrigante alla vista.
Si presenta di un colore rosa corallo con buona formazione di schiuma e discreta produzione di bollicine. Al naso le note fruttate sono quelle che la fanno da padrone anche se sul finire è riconoscibile una piacevole nota casearia.
I descrittori olfattivi spaziano da un deciso melograno ad un presente ribes per finire con note di amarena e ciliegia non perfettamente mature. In bocca entra compatto; bollicina troppo esuberante e spumosa.
Buona la freschezza rafforzata da una leggerissima nota di sapidità. Leggermente sotto le aspettative la persistenza gusto olfattiva.
DOC Modena: Cantina della Volta, Brut 2010, Lambrusco di Sorbara 100%
Per il secondo dei rosati torniamo al nord, più precisamente al centro nord; esattamente a Bomporto dove su terreni alluvionali lungo il fiume Secchia viene allevato questo clone di lambrusco di Sorbara.
Anche in questo caso il produttore ci indica che il prodotto è stato sboccato nel secondo trimestre 2014. Abbiamo già avuto modo di degustare il fratello maggiore di questo vino nel corso della prima serata che aveva ben figurato, per cui speriamo non deluda le aspettative.
Colore lampone acceso con esuberante produzione di schiuma alla mescita. Poco percettibili le bollicine che salgono dai diversi punti del bevante. Naso d’impatto. In primis escono note tostate e di caffè, seguite a ruota da ricordi caseari e di pasticceria secca per finire con richiami fruttati agrumati e ribes. In bocca l’attacco è fresco.
L’agrume del naso si trasforma in un gusto di pompelmo rosa non perfettamente maturo. Piacevole alla beva con buon equilibrio e struttura. Il ricordo è sempre posizionato su note agrumate.
Marche: Santa Barbara, “Stefano Antonucci”, Brut s.a., Ch 80%, Pn 20%
Cominciamo il nostro sprint finale con una bollicina che sosta 24 mesi sui lieviti. Ci troviamo a Barbara nelle Marche per assaggiare questa cuvée classica a base Chardonnay e Pinot Nero degorgiata a fine 2013.
Alla vista è brillante di un colore giallo paglierino pieno e con buona produzione di bollicine nel bevante. Al naso è piacione, avvolgente, con profumi dolci. La prima nota che entra nel naso è un ricordo di galatina (quelle caramelle al latte di cui andavo pazzo da bambino), affiancata da un profumo pungente di uva spina. Sul finire ricordi di frutta a pasta bianca maturi.
In bocca la bollicina è rotonda anche se non perfettamente integrata nel vino e con un grip migliorabile. Gioca più sulla larghezza che sulla profondità anche se il finale risulta piacevolmente sapido. Buona la persistenza.
Come nota conclusiva direi che manca un po’ di carattere nell’insieme.
Toscana: Fèlsina, Brut 2009, Sangiovese 40%, Pn 25%, Ch 20%, Vino di riserva 15%
Saliamo di poco e ci portiamo a Castelnuovo Berardenga a confine fra le colline del Chianti e le Crete Senesi, territorio d’elezione per la produzione di blasonati vini rossi Toscani.
L’azienda ha infatti utilizzato una base Sangiovese da assemblare con i vitigni dediti alla spumantizzazione classica. In aggiunta inseriscono anche una piccola parte di vino ottenuto dalla precedente vendemmia.
Colore giallo paglierino di media intensità con buona produzione di bollicine di pregevole fattura e persistenza. Naso croccante con piacevoli sensazione di piccoli frutti rossi di bosco e una tenue rosa canina.
A seguire leggere tostature che sconfinano nella cenere di sigaro e per finire, con qualche grado in più di quelli con cui è stato servito, una suadente nota di zafferano.
Bocca equilibrata fra le sue componenti contrapposte e con buon equilibrio fra le parti dure di freschezza e sapidità. Buona anche la struttura anche se pecca un po’ di profondità. Nella norma il ricordo di bocca.
Veneto: Faccioli, “Mascolino”, Brut s.a., Garganega 100%
Siamo a fine viaggio e quello che ci accingiamo a bere, sulla carta è il prodotto con maggior peso, infatti sosta 60 mesi sui propri lieviti ed è stato sboccato a fine 2013. Già il fratellino minore, degustato la prima serata, aveva impressionato favorevolmente più di un degustatore, quindi siamo molto curiosi di quello che ci potrà raccontare nel bicchiere.
Veste di un colore paglierino intenso con buona produzione di schiuma alla mescita molto compatta, la brillantezza è amplificata dalle catenelle di bollicine che salgono nel bicchiere. Al naso, di media intensità, abbiamo un bellissimo spettro giocato su varie famiglie e descrittori.
Apre con un pomodoro secco molto intrigante supportato da un piacevole minerale e ricordi di tostatura. Non mancano accenni di frutta secca e perfino rimandi a frutta acerba come la susina. In bocca la bollicina è piccola e rotonda, perfettamente integrata nel vino.
Di ottima struttura in bocca risulta equilibrato con una freschezza basata a cenni su ricordi agrumati e di pasta bianca acerba. Buona sapidità e piacevole persistenza gusto olfattiva.