La terza serata di Figli di una bollicina minore è stata una piccola rivoluzione nel format ormai consolidato. Abbiamo dedicato una serata al 90% ad una sola denominazione, nemmeno tanto “minore”, in quanto diversi aziende avevano chiesto di potersi presentare assieme per promuovere meglio il territorio. Ed è così che è nata la serata Oltrepò pavese. Quattro produttori con differenti stili ed interpretazioni del Pinot nero, bandiera di riferimento del territorio. Metodi classici crudi e snelli ed altri vibranti ma con sostanza, insomma un bel ventaglio caleidoscopico di sensazioni. La serata è stata impreziosita dalla presenza di due amici, Luca Padroggi dell’azienda La Piotta e Chiara Torti dell’azienda Pietro Torti che oltre ad integrare, con aneddoti personali, le degustazioni dei loro prodotti, ci hanno fatto sentire dei fuori programma di livello. Chiara con un 120 mesi sui lieviti pieno di carattere, sostanza e complessità di beva. Luca con due prodotti 96 mesi sui leviti portati in punta, vibranti come la corda di un violino. Di uno dei due potete vedere la “verre sabrage degorgement” sul profilo instagram @sommelierxte. Ad aprire la serata un’altra chicca fuori Oltrepò. Uno dei pochi prodotti metodo classico provenienti dall’unica DOC in provincia di Milano: San Colombano.
Lombardia, Nettare dei Santi, Domm Brut s.a. pds 30 Chardonnay 80%, Pinot Nero 20%
Ci troviamo a San Colombano, zona storicamente votata ai vini rossi, ma da qualche tempo dedita alle bollicine e fra queste anche al metodo classico. Siamo curiosi di sentire che emozioni ci regalerà. Alla mescita produce un’abbondante schiuma bianca nel bevante, leggermente esuberante. Al naso apre con sensazioni agrumate posizionate su riconoscimenti di pompelmo giallo e citrine. Anche il frutto a supporto è riconducibile a frutta non ancora matura, una mela ed una susina sono ben riconoscibili. La bocca è coerente con l’olfatto. La salivazione è copiosa e fluida con ricordi agrumati già evidenti alla prima olfazione. La bollicina esplode nella cavità producendo un’abbondante spuma, quasi fosse un’onda di mare. Purtroppo si separa dal vino lasciando troppo presto il gusto. Un prodotto da aperitivo che prepara la strada ai fratelli maggiori…
Oltrepò, Ca’ del Gè, Brut 2014 pds 36 Pinot Nero 100%
Eccoci arrivati nel territorio dell’Oltrepò. Ci fermiamo a Montalto Pavese, zona vocata per le bollicine metodo classico per entrare in contatto con il Pinot Nero allevato sui terreni calcarei-argillosi dell’azienda. Colore paglierino, brillante alla vista con produzione contenuta di perlage. Al naso la fragranza della crosta di pane ci apre lo spettro olfattivo. Anche il frutto è croccante, non ancora perfettamente maturo ma di buona polpa. Mela golden e cachi in evidenza. Una nota speziata sul finale non perfettamente riconoscibile. Lo degustiamo. Per via retro nasale la spezia esplode e prende i contorni di pepe bianco appena macinato. La bollicina è pungente ben miscelata nel vino e scivola rotonda nel palato. Piacevole la sapidità finale che emerge dopo la salivazione iniziale. Il cambio di passo si è avvertito.
Oltrepò, La Piotta, Extra Brut 2015 pds 30 Pinot Nero 100%
A causa di un refuso, nell’elenco dei vini, questo prodotto avremo dovuto servirlo prima, in base alla regola aurea della permanenza sui lieviti, ma il minore dosaggio ha rimediato a questa pecca. L’azienda si trova a 500 metri dalla precedente e Luca è cugino dei produttori appena degustati. Il colore è più scarico, e vira su note verdoline; gradevole alla vista il perlage che sviluppa nel bicchiere. Giova ricordare che il colore in questa tipologia di vini di Pinot Nero non è espressione di gioventù ma solamente di uno stile di produzione dell’azienda. I profumi sono più ampi e posizionati su note fruttate di ribes e melone bianco, entrambi fragranti e con una nota di iris sul finire. In bocca ha una struttura interessante: freschezza, buon grip della bollicina, piacevole minerale sul retro della bocca il tutto contenuto in una contenuta nota alcolica. Prodotto gourmant da abbinare a diverse pietanze di carni bianche o pesce.
Oltrepò, Bruno Verdi, Vergonberra Pas Dosè 2013 pds 50 Pinot Nero 80%, Chardonnay 20%
Ci si sposta di una quindicina di chilometri per arrivare a Canneto Pavese dove ha sede l’azienda. Dalla vigna Chiozzo, situata nel su un pendio con esposizione sud-est, provengono le uve utilizzate per la base spumante. La massa viene elevata in legno per circa 6 mesi prima di effettuare il tiraggio. Anche in questo caso il prodotto alla vista ha tonalità piuttosto fredde, un giallo verdolino impreziosito da diverse catenelle di perle di risalita che lo rendono brillante. Al naso i profumi sono fragranti. Oltre ad un bel frutto, qui si cominciano a presentare note di pasticceria che ricordano i biscottini al cocco. Una chiusura di nocciola tostata rende croccante il bouquet. In bocca è setoso con grip. La presenza dello Chardonnay ingentilisce la beva. La bollicina, perfettamente rotonda, provoca una delicata pungenza che sostiene la spiccata freschezza. I legni sono perfettamente integrati e non prevaricano il gusto. Il ricordo post deglutizione è prolungato
Oltrepò, Pietro Torti, Cruasè Extra Brut 2012 pds 60 Pinot Nero 100%
Ultimo prodotto in degustazione. Passiamo da una veste dorata ad una veste rosa, buccia di cipolla per l’esattezza con abbondanti perle disciolte nel liquido. Complice il tempo passato sulle proprie fecce ed il dosaggio limitato, questo Cruasè si presenta al naso con un ventaglio di sensazioni odorose di tutto rispetto. Il frutto d’ingresso riporta a maturi piccoli frutti rossi di bosco, anche il fiore è molto pronunciato con sensazioni di rosa canina. Sul finale una leggera ossidazione sposta le fragranze su ricordi di pasticceria. In bocca lo sentiamo coerente con quanto promesso al naso. Entra e si allarga bene in bocca con una buona freschezza. La bollicina è setosa, oserei dire femminile come tutto questo vino che a partire dal colore ha dichiarato la sua essenza. Sicuramente una personale interpretazione del prodotto simbolo del Consorzio che ha stregato i presenti.