Era un po’ che mi frullava per la testa… trovare il modo di legare il mondo del vino con quello del Carnevale. Ho coinvolto i sommelier della delegazione Versilia e ne è uscito un qualcosa che, a giudicare dai commenti positivi ricevuti, su cui lavorare per gli anni a venire.
Di seguito l’articolo apparso sul quotidiano Il Tirreno in occasione dell’edizione di Giovedì grasso.
VIAREGGIO. Vino e cartapesta. E’ l’insolito ma stimolante abbinamento proposto dall’Ais (Associazione italiana sommelier) della Versilia su idea del delegato Claudio Fonio: un viaggio nell’universo di vini spumanti raccontati e scelti in abbinamento ai carri di prima categoria, con lo scopo di far conoscere l’associazione e allontanare l’idea che «i sommelier siano solo persone che giudicano i vini ma -come dice Fonio -li interpretano».
Partiamo dunque alla scoperta di questo percorso di abbinamenti. A Home Sweet Home di Lebigre-Roger , viene avvicinato (e non soltanto per le origini dei costruttori) uno champagne. Pensano al Pinot Nero per le caratteristiche delle ere figure principali del carro, l’omino di latta, lo spaventa-passeri e il leone, e accostano Greta Thunberg a Marie Noëlle Ledru, la signora del Pinot Nero da sempre attenta ad una produzione sostenibile con un occhio di riguardo alla limitazione nell’uso di antocrittogamici in vigna e la scelta di lieviti autoctoni per la fermentazione. Per questo carro dunque la scelta cade sul Millesimato 2010, dal sapore inebriante e bilanciato con una bollicine setosa e rotonda che ci trasporta nel mondo del Mago di Oz.
Per Né di Adamo né di Eva dei fratelli Breschi invece lo spunto viene dal titolo, nel mondo spumantistico infatti Eva viene associata al metodo Charmat mentre ad Adamo il metodo Classico. E se la scelta deve cadere né su Adamo né su Eva, l’Ais propone un metodo Colfondo che utilizza uve Glera tipiche del metodo Charmat ma prodotto con gran parte della filiera del metodo Classico.
Robotika – Intelligenza Artificiale di Luigi Bonetti invece viene associato al Dolce di Cremé di Villa Rinald i prodotto anche in questo caso con un metodo Classico interamente a mano e con il cuore, un’etichetta che in tutte le fasi di lavorazione è rigorosamente “robot free”.
Per Olè di Carlo Lombardi la scelta è caduta proprio sulla Spagna con un Cava Biologico Privar Laietà Reserva Brut Nature, dal profumo che rimanda ai fiori bianchi freschi, la mela golden, le mandorle e molto altro, da bere e ribere … olè!
Per Abbracciami è Carnevale di Fabrizio Galli a guidare la scelta dello spumante giusto sono state le caratteristiche di morbidezza e setosità individuate in un Satèn che ha una bollicina più cremosa e rotonda mentre per Idol di Umberto, Stefano e Michele Cinquini non poteva essere scelto che un idolo, un prodotto leggendario come il Dom Pérignon, lo champagne prodotto unicamente nelle migliori annate come quella del 2008.
E Nel Paese delle Meraviglie 2.0 di Jacopo Allegrucci, dove si assiste ad un narcisismo dilagante fino al patologico la scelta non poteva che cadere sullo spumante Ego Sum campione del mondo Rosé, dal perlage intenso e raffinato e un delizioso color rosa pallido.
Alla delicatezza del Rosé si contrappone la grinta dell’extra brut di Lancelot-Royer abbinato a Il grande balzo di Alessandro Avanzini, capace di graffiare proprio come l’artiglio della tigre robotica cinese protagonista del carro.
Infine per la Beata ignoranza di Roberto Vannucci ecco il Trento Doc Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1996, un vino profondamente radicato nella storia del Trentino, nato dall’esperienza e dallo studio di generazioni di produttori che hanno nel tempo unito la tradizione alle nuove tecniche, come unico antidoto all’ignoranza. – di Elena Torre
Per chi ha piacere di leggerla, riporto anche, in ordine alfabetico di titolo del carro allegorico, la versione integrale degli abbinamenti proposti, che sono stati condensati nell’articolo pubblicato.
Cosa è un abbraccio? Un gesto che consiste nello stringere le braccia e le mani attorno al corpo di un’altra persona. La sensazione che se ne riceve e si dà alla controparte è di avvolgenza. E’ da questo concetto che siamo partiti per trovare l’abbinamento con uno spumante. Occorre evidenziare le doti di morbidezza e setosità del prodotto.
I più attenti avranno già indovinato che proponiamo un Satèn. Franciacorta da sole uve bianche, Chardonnay e Pinot Bianco, ottenuto con l’aggiunta di una quantità inferiore di zuccheri in seconda fermentazione allo scopo di ottenere una bollicina più rotonda e cremosa. Ma l’idea di avvolgenza espressa dalle braccia di Re Carnevale è qualcosa che bisogna sottolineare. Per questo motivo selezioniamo il Satèn dell’Azienda Arcari e Danesi realizzato con il metodo Solo Uva, per i tecnici senza zuccheri esogeni.
Questo metodo prevede la raccolta delle uve a piena maturazione fenolica. In breve maggiore rotondità al gusto. L’annata 2015, dopo più di 48 mesi di sosta sui leviti esprime note minerali, freschezza legata a frutti tropicali, gusto pieno ed una bollicina avvolgente. Lasciatevi stringere in questo abbraccio di bollicine… ne resterete rapiti.
L’ignoranza saccente, l’ignoranza che sale in cattedra, l’ignoranza che cerca di convincere sé e gli altri che, nei tempi odierni, non serve leggere, studiare ed erudirsi perché oggi con un click si può sapere anche quando non si sa. Per reagire a una tale arrogante saccenza, non c’è che un modo: riscoprire l’umiltà dell’imparare.
Trento DOC “Giulio Ferrari Riserva del Fondatore” 1996 è un vino radicato nella storia del Trentino, frutto dell’esperienza e dello studio di generazioni di produttori che hanno saputo ascoltare e apprendere i segreti di chi li ha preceduti, innovando la tradizione con tecniche moderne. Il risultato è questo incredibile spumante che si presenta con un colore giallo brillante con lievi riflessi dorati, dal perlage finissimo e persistente. Esprime un bouquet di rara intensità e fragranza nel quale il fruttato è in perfetta armonia con i sentori di miele, intrecciati a note di cioccolato bianco, spezie e agrumi. Il sorso è elegante, armonico, dal corpo vellutato e composito nelle fragranze di miele, acacia e fieno maturo che ben si accostano alle note floreali. L’impatto è nobile e di grandissima persistenza…. Una sudata saggezza che nessun click può dare!!!!
A questo carro di prima categoria abbiniamo sicuramente uno champagne e non solo per le origini transalpine dei costruttori. La forza del leone, la struttura dell’omino di latta e la sinuosità dello spaventapasseri ci portano dritti nella montagna di Reims terra di ottimi prodotti a base di Pinot nero. La figura centrale della Greta Thunberg, sola al comando imperterrita contro tutto e tutti richiama alla mente un’altra Dorothy: Marie Noëlle Ledru, la Signora del Pinot Nero.
Questa “récoltant manipulant“ da sempre ha avuto la sua idea che ha contraddistinto i suoi prodotti. Limitare al massimo gli anticrittogamici in vigna, utilizzare i lieviti autoctoni per la prima fermentazione, non utilizzare legni per l’allevamento del vino base, svolgimento della malolattica. Il prodotto scelto è il millesimato 2010. Ci inebria per la sua potenza che sprigiona dal momento della mescita. Naso complesso con sentori terziari di miele d’acacia e noccioline americane, frutto tropicale non ancora perfettamente maturo e pomacee a pasta gialla. Gusto perfettamente bilanciato fra freschezza e sapidità incatenate da una bollicina setosa e rotonda. Benvenuti nel mondo di Oz.
La fabbrica degli idoli è sempre aperta anche per gli amanti delle bollicine e proprio questo magico mondo ogni anno ci regala nuovi spumeggianti dei. Ma quello che vogliamo proporre in abbinamento al carro della famiglia Cinquini è un prodotto il cui nome affonda le radici nella leggenda: Dom Pérignon.
Lo champagne Dom Pérignon viene prodotto solo nelle migliori annate e la 2008 è stata una delle più riuscite. Giova ricordare che è stata anche l’ultima a vedere protagonista lo storico chef de cave della Maison: Richard Geoffroy. Ottenuto da uve Chardonnay e Pinot Nero dopo dieci anni di sosta sui lieviti ci affascina con la sua brillantezza dai lampi dorati. Il naso è un’esplosione di frutta, fiori, effluvi balsamici e note boisé. Il sorso è estremamente elegante, succoso, verticale carico di ricordi agrumati con una persistenza praticamente infinita. Un idolo da poter osannare oggi, ma anche da riporre in cantina nell’attesa della grande occasione che saprà esaltare come solo un mito sa fare.
La nuova potenza Cina che trascina tutta l’Asia, sembra sottomettere la consolidata economia dell’America che a suon di dazi cerca di mantenere la sua supremazia commerciale. Una scattante tigre robotica con artigli metallici è la figura principale del carro che cattura l’attenzione. Ci siamo basati su questo scorcio per effettuare l’abbinamento. Sicuramente un vino francese che collega idealmente gli USA e la Cina: uno champagne.
Il territorio più vocato per trovare una sinergia con l’allegoria del carro è la Cote de Blancs. Abbiamo scelto un prodotto scattante e graffiante come la tigre cinese. Territorio Cramant, uno dei 17 grand cru dello champagne, dove il gesso, pardon la craie, la fa da padrone. L’extra brut di Lancelot-Royer graffia proprio come un artiglio. Entra stretto in bocca con una bollicina fine e composta. La freschezza iniziale lascia ben presto spazio ad una sensazione di sapidità gustosa che sposta la salivazione sul centro della lingua. La persistenza è lunga ed il suo ricordo indelebile, proprio come il graffio di una tigre.
Lo spunto per questo abbinamento ce lo da il titolo del carro dei fratelli Breschi. Nel mondo spumantistico possiamo affiancare ad Eva il Metodo Charmat, che utilizza principalmente uve semi aromatiche, e dona prodotti con ricordi floreali, femminili se vogliamo. Adamo si lega meglio al Metodo Classico, che principalmente utilizza uve “nobili”, dona prodotti più longevi, strutturati con corredi olfattivi più complessi. Occorre trovare qualcosa che unisca questi due universi così distinti. A noi è venuto in mente un metodo Colfondo.
Ottenuto con uve, Glera, normalmente utilizzate nel metodo Charmat, ma prodotto con gran parte della filiera del Metodo Classico. Non è prevista la sboccatura ovvero l’espulsione dei lieviti esausti dalla bottiglia. Questo obbliga a finire il lavoro del cantiniere se vogliamo berlo brillante, oppure a miscelare i lieviti se vogliamo degustarlo con più struttura. Al naso risulta più pungente nella prima versione, più strutturato nella seconda. Il marker della pera william è ben presente supportato da un agrumato ricordo di pompelmo rosa. In bocca può essere austero, verticale e tagliente oppure sfoderare un gusto più largo, mantenendo sempre il nerbo. In entrambi i casi sono espressioni d’amore del genere umano verso la terra.
Con l’arrivo del Web, ed in modo particolare dei social network, si è assistito ad una proliferazione del narcisismo digitale. Un insieme di pratiche comunicative tipiche dell’universo 2.0 fondate su un egocentrismo così accentuato da apparire patologico. Poniamo noi stesi al centro di ogni esperienza, trascurando la presenza e gli interessi degli altri….EGO SUM …IO SONO…..EGO SUM….Uno spumante, una bottiglia di vino, se scelta con cura, è la bacchetta magica in grado di creare un momento conviviale e pieno di allegria per tutti.
Lo spumante “Ego sum” dell’azienda Dragone di Matera, Campione del mondo Rosè da vitigni autoctoni, è una bollicina metodo classico che nasce dal profondo sentimento di amore e rispetto per il Primitivo di Basilicata, un vitigno legato alla terra, alla storia e alle tradizioni della Lucania. Versato nel bicchiere, ha un perlage intenso e raffinato, con una veste dal bellissimo color rosa pallido. Regala un piacevole bouquet, intenso e persistente, di ribes e fragolina di bosco, mentre in bocca la sua piacevole freschezza si abbina ad un corpo delicatamente fruttato. Una buona bottiglia, un gruppo di amici e c’è sempre un motivo per brindare!!!
Il richiamo alla Spagna è lapalissiano. Non potevamo che abbinare un Cava, metodo classico spagnolo, a questa costruzione allegorica. Abbiamo dovuto tenere presente anche l’inversione dei ruoli fra i due mascheroni centrali. Il Cava Biologico Privat Laietà Reserva Brut Nature è quello che fa al caso nostro. Tradizionalmente i prodotti rifermentati in bottiglia vengono messi in una bottiglia definita Champagnotta, facilmente riconoscibile dalla parte convessa necessaria a contrastare la pressione interna.
La bottiglia utilizzata dal produttore spagnolo è completamente diversa. Stretta e allungata, rinforzata alla base. Fa parte di un progetto più ampio definito “Cava cosmopolita y experimental” che prende le distanze dalla tradizione. Questo vino nasce da uve chardonnay, pinot noir, pansa blanca e macabeu. Affina minimo 30 mesi sui lieviti ed i suoi grappoli vengono raccolti a mano e vinificati separatamente per ottenere il meglio da ogni parte che sarà inserita nella couvée. Il ventaglio aromatico ci affascina con nuances di fiori bianchi freschi, mela golden, mandorle, mango e lime, ananas e per finire croissant e pasticceria secca. L’ingresso in bocca è deciso ma al tempo stesso equilibrato, bellissima l’acidità e la ricca persistenza che sfuma su note minerali. Da bere e ribere…Olè.
I robot non potranno mai avere sentimenti. E’ proprio il messaggio lanciato dal costruttore di Robotika che ci suggerisce di abbinare questo carro allegorico di prima categoria con un metodo classico prodotto interamente a mano, con il cuore. Il Dolce di Cremé di Villa Rinaldi è una bollicina particolare, forse unica nel suo genere, la cui morbidezza e dolcezza carezza il palato con la sua rotondità, ricordando la classica “coppa di champagne”.
Questo dolce nettare nasce dal connubio fra uve Chardonnay e Pinot Nero dell’Alto Adige e nobili acini appassiti di Garganega veronese. Parte della cuvée affina in piccole botti di rovere francese per 24 mesi dopodiché evolve per 36 mesi sui propri lieviti. La particolarità di questo prodotto è che tutte le fasi di lavorazione vengono fatte a mano… Robot free. Al naso ci accolgono sentori di buccia di arancia candita, carruba, dattero, miele e vaniglia seguite da note balsamiche. Il sorso, straordinariamente morbido rimanda sul lungo finale di cioccolato e chicchi di caffè. Nessuna macchina riuscirà mai a fare una cosa simile.