Domenica 8 Otobre ho avuto il piacere di partecipare a una degustazione di spumanti Bio della Valdera e Val di Cecina. È stata un’esperienza davvero interessante, che mi ha permesso di scoprire alcuni prodotti di niccchia.
L’evento si è svolto a Ponsacco, in provincia di Pisa. Presenti 7 produttori con 8 prodotti.
La degustazione si è svolta in due batterie: una dedicata ai Petnat, che stanno vivendo una seconda gioventù, e la seconda dedicata ai prodotti realizzati con il metodo classico.
Dopo una breve introduzione ad opera di Nicoletta Dicova, che ha condotto la serata, siamo passati a degustare i prodotti presenti.
Per chi non se lo ricordasse, il processo produttivo dei Petnat, altrimenti conosciuti come metodi ancestrali, prevede una leggera pressatura delle uve per estrarre i lieviti autoctoni presenti sui grappoli. Segue una prima fermentazione in silos di acciaio inox a temperatura controllata, di solito a bassa temperatura. Qui la fermentazione viene prima rallentata e poi bloccata conservando un contenuto di zuccheri sufficiente a garantire la ripresa della stessa dopo l’imbottigliamento, senza ulteriori aggiunte di zuccheri e lieviti. In seguito avviene la seconda fermentazione che dura da 8 a 12 mesi dove gli enzimi e i lieviti chiusi in bottiglia consumano gli zuccheri, aumentano il grado alcolico e generano la CO2 che non potendo disperdersi nell’aria si scioglie nel vino. Non si riesce a sviluppare una sovra pressione interna tale da classificarli spumanti, ma solamente frizzanti
E ora passiamo ai prodotti in degustazione
Gli Ancestrali
IN FERMENTO – Fattoria di Fibbiano – Terricciola – Anno 2022 – 100% Vermentino: Al naso si perde il varietale che ritroviamo in bocca. Bollicina poco persistente ma il prodotto resta beverino.
AVERUSCO – Marina Romin – Terricciola – Anno 2021 – 100% Sangiovese: Il varietale risulta riconoscibile già all’esame olfattivo. Tiraggio effettuato con il mosto della prima fermentazione su base spumante. Prodotto con un corpo importante tanto da renderlo “gourmand”.
L’UVA E LA TERRA – Podere Spazzavento – Anno 2022 – 100% Sangiovese: anche in questo caso il varietale resta riconoscibile al naso. Bollicina evanescente e, forse complice un residuo zuccherino, la percezione del calore alcolico risulta essere marcata.
TOCCO D’ARMIDA – Castelvecchi – Terricciola – Anno 2022 – Sangiovese e Cabernet Sauvignon in % non dichiarate: Colore più marcato rispetto ai precedenti vini a base sangiovese, con nuances corallo. Il tiraggio viene effettuato utilizzando il mosto del loro apprezzato Vin santo; ciò conferisce struttura al vino ed una piacevole nota balsamica percepibile in via aromatica.
I metodi classici:
BRUVE’ – Usiglian del Vescovo – Palaia – Anno 2015 (ipotizzando 24 mesi dalla data di sboccatura espressa in etichetta 11/2018): Colore ramato con diverse catenelle di bollicine alla mescita. Sensazioni olfattive che riportano al vitigno di provenienza con percettibili piccoli frutti di bosco e fiori rossi, il tutto molto delicato. In bocca la bollicina è coesa nel volume liquido ma abbandona troppo presto la scena. Da riassaggiare con una sboccatura più recente.
L’ECCEZIONE 60 – La Regola – Riparbella – Anno 2015 – Manseng e Chardonnay: Conoscevo già questa chicca di Luca e Flavio Nuti che ho avuto il piacere di degustare diverse volte. Incanta alla vista con numerosi filari di piccole perle che danzando guadagnano la superficie. Inebria con il suo corredo olfattivo che spazia da note agrumate a quelle di piccola pasticceria. Appaga il palato con la sua chiusura sapida che allarga il gusto ed il ricordo dopo la deglutizione.
L’ALLEGRIA – L’ALLEGRIA ROSE’ – Rifugio dei sogni – Volterra – Anno 2013 – 100% Chardonnay (versione bianca) 100% Raboso (Versione rosata): Piccola azienda che produce solo poche centinaia di bottiglie sia nella versione bianca che rosata. Le origini venete della proprietà trapelano dai vitigni utilizzati specie nella versione rosè che mi ha colpito favorevolmente. Delicati i profumi che scaturiscono dal calice in entrambe le versioni con risvolti su agrume e fiori bianchi per il primo e susina e fiori rossi per il secondo. Entrambi i campioni sono dotati di saporifera freschezza e piacevole finale sapido. Nota a latere il tappo usato per lo chardonnay ha dato non pochi problemi al momento della stappatura. Abbiamo provato anche a sciabolarlo, ma data la lunghezza non siamo riusciti nell’impresa rovinando purtroppo una bottiglia.
In conclusione, è stata una degustazione davvero piacevole, che mi ha permesso di scoprire una realtà spumantistica in fermento. I produttori della Valdera e Val di Cecina stanno lavorando con passione e impegno per creare prodotti di qualità, che sappiano raccontare il territorio e la sua storia.
Un ringraziamento a tutti i produttori che hanno reso possibile la giornata
E voi, avete mai provato gli spumanti Bio della Valdera e Val di Cecina?
Vi invito a provarli, ne vale davvero la pena!
Alla prossima degustazione!