Ebbene sì, siamo giunti alla terza tappa del nostro viaggio alla scoperta dei metodi classici! Come promesso, questa serata ci ha regalato un’esperienza indimenticabile, tra bollicine e sapori unici. Un’altra occasione per esplorare territori vitivinicoli diversi e per confrontarci con produttori appassionati.
Abbiamo avuto il piacere di degustare una selezione di prodotti straordinari, provenienti da diverse regioni. L’incontro è stato arricchito dalla presenza di Giuseppe Tosi dell’omonima cantina che ci hanno accompagnato nella degustazione del suo metodo classico in un percorso sensoriale unico.
Siete pronti a scoprire cosa abbiamo degustato?
DOC Monti Lessini: Casarotto, Riserva Brut 2019 pds 36, Durella 100%
Ritorna, con un nuovo millesimo l’azienda agricola Casarotto. Incastonata nei Monti Lessini, la famiglia Casarotto coltiva la vite con una passione tramandata di padre in figlio, dando vita a vini che raccontano un territorio e una storia. La loro filosofia si fonda su un profondo rispetto per la natura e per le tradizioni locali. L’azienda ha sempre creduto nel potenziale del Durello, un vitigno autoctono che sta conquistando sempre più estimatori.
La riserva che abbiamo degustato è un connubio perfetto tra tradizione e modernità.
Al calice si presenta con un colore giallo paglierino brillante, invitante e luminoso.
Al naso, apre con un bouquet di profumi intenso e complesso. Note di frutta a polpa bianca, come pesca e pera, si intrecciano con sentori agrumati di pompelmo e limone, regalando un’esplosione di freschezza. A completare il quadro, delicati profumi floreali di biancospino e acacia, che conferiscono al vino fragranza.
In bocca, l’acidità vivace, tipica del vitigno, dona al vino freschezza, il territorio vulcanico apporta saporosità. Le bollicine, fini e persistenti, perdono troppo presto il loro grip.
Oltre a questo il vino lascia una piacevole sensazione di freschezza e pulizia, invitando a un nuovo sorso.
Toscana: Montellori, Pas Dosé 2020 Blanc de Blancspds 36, Chardonnay 100%
Abbiamo un secondo prodotto che abiamo già ospitato nelle mie serate di qualche anno fa. Tutto ha inizio nel 1895 quando Giuseppe Nieri decide di investire nella viticoltura, trasformando la sua passione in un’attività di famiglia. Generazione dopo generazione, i Nieri hanno ampliato i vigneti, sperimentato nuove varietà e affinato le tecniche di vinificazione, sempre con l’obiettivo di produrre vini di altissima qualità.
Oggi al padre Alessandro si affianca Lorenzo che ha visioni innovative per lo sviluppo della cantina. Nel corso di una visita in loco è riuscito a trasferirmi tutto il suo entusiasmo per le scelte future. Oltre all’aspetto umano la chiave del successo di Montellori risiede nella varietà dei suoi terreni, ognuno con caratteristiche uniche. Dai suoli calcarei e argillosi di Cerreto Guidi a quelli più freschi e vocati per i bianchi, del Montalbano.
E’ da questi vigneti, situati a 500 metri sul livello del mare, allevati con la massima cura per ottenere uve di altissima qualità, che proviene lo Chardonnay che da vita, al millesimato 2020 degustato. Piccolo inciso; il metodo classico in questione si è posizionato al 79°posto fra i migliori 100 vini d’Italia di James Suckling nella guida 2025.
Il calice si riempie di un giallo paglierino brillante, quasi luminoso, interrotto da un perlage fine e persistente che danza con eleganza.
Il naso è un susseguirsi di sensazioni: pesca matura, melone bianco e una delicata nota di camomilla si intrecciano in un bouquet fresco e invitante. La mineralità, tipica dei terreni calcarei del Montalbano, aggiunge una nota sapida e vibrante, come un soffio libeccio.
Al primo sorso, l’acidità è immediata, viva e vibrante che bilancia perfettamente la struttura del vino. Il corpo è pieno, con una persistenza che lascia un piacevole retrogusto di frutta a polpa bianca e note minerali.
Lombardia: Costaripa, ExtraBrut s.a. “Mattia Vezzola Rosé” pds 36, Chardonnay 80%, Pinot nero 20%
Nel cuore della Valtènesi, dove il lago di Garda accarezza le colline moreniche, sorge Costaripa, un’azienda che racconta una storia di passione, innovazione e profondo rispetto per il territorio.
La Valtènesi è un territorio straordinario, caratterizzato da un microclima unico e da terreni di origine glaciale. I vigneti di Costaripa, situati sulle morrene più antiche del lago, beneficiano di un’esposizione ideale e di una brezza costante che mitiga il clima. Questi fattori, insieme alle antiche viti allevate a Guyot, contribuiscono a creare uve di altissima qualità, ricche di aromi e di concentrazione.
Dietro questa realtà vinicola, c’è la figura di Mattia Vezzola, un enologo visionario che ha dedicato la sua vita alla creazione di spumanti di straordinaria eleganza.
Vezzola, affascinato dalla Champagne, ha portato in Valtènesi l’esperienza acquisita in Francia, unendo la tradizione vitivinicola locale con le più moderne tecniche di vinificazione. Il risultato è una gamma di vini che esprime la personalità unica del terroir, con un tocco di raffinatezza internazionale.
Il Metodo Classico di Costaripa è un viaggio sensoriale attraverso queste colline. Il blend di Chardonnay e Pinot Nero, vinificato in parte in barrique, conferisce al vino una complessità aromatica e una struttura elegante.
Al naso, si percepiscono note di piccoli frutti rossi, come lampone e fragolina di bosco, che si intrecciano con sentori agrumati e floreali.
In bocca, il vino è fresco e sapido, con un perlage fine e persistente. La mineralità, tipica dei terreni morenici, aggiunge una nota di profondità e persistenza.
DOCG Olprtepò Pavese Pinot nero: Tosi, Pas Dosé 2019 “Nirfea” pds 45, Pinot nero 100%
L’Azienda Agricola Tosi, immersa nelle prime colline dell’Oltrepò Pavese, è un’autentica espressione del territorio. Nata negli anni ’60 dalla passione e dalla dedizione dei fratelli Piero e Agostino, oggi l’azienda è guidata da Massimo e Giuseppe, figli di Agostino, che continuano a coltivare con amore le vigne di famiglia. Con circa 15 ettari vitati, l’azienda si concentra principalmente su vitigni come Pinot Nero, Croatina, Riesling e Barbera, esprimendo al meglio le caratteristiche uniche del terroir. Terreni calcareo-argillosi e un clima favorevole contribuiscono a creare vini di grande struttura e complessità.
Tra le numerose etichette prodotte dall’azienda, spicca il Metodo Classico Nirfea, un Pinot Nero spumante. Prodotto secondo il metodo tradizionale champenoise, con una lunga maturazione sui lieviti, senza aggiunta di zuccheri in fase di dosaggio, che ci regala un vino di complessità e una finezza intriganti.
il Nirfea si presenta con un colore giallo dorato e un perlage fine e persistente.
Al naso, note di fiori bianchi, frutta esotica e nocciole tostate creano un bouquet complesso.
Al palato è integro, vibrante acidità con una bollicina fine e persistente che avvolge il palato in un abbraccio setoso. Il finale è lungo e persistente, con note minerali e agrumate.
Il nome Nirfea, che significa ninfea, è stato scelto per evocare l’immagine di un fiore che sboccia in acque profonde, un simbolo perfetto per descrivere la complessità e l’eleganza di questo spumante.
Piemonte: Montalbera, Pas Dosé s.a. “120+1” pds 120, Pinot nero 100%
L’azienda agricola Montalbera, guidata dalla famiglia Morando da tre generazioni, è un punto di riferimento nel panorama vitivinicolo piemontese. Il nome della cantina è indissolubilmente legato al Ruché di Castagnole Monferrato, un vitigno autoctono dalle origini misteriose. Grazie a un’intensa attività di ricerca, l’azienda è riuscita a tracciare la patente genetica del Ruché, contribuendo a valorizzare questo vitigno unico e a diffonderne la conoscenza. Con oltre 65 ettari dedicati al Ruché, Montalbera è il principale produttore di questo vino, offrendo una gamma completa di etichette che ne esaltano le diverse sfaccettature.
Pur avendo un’anima rossa l’azienda non disdice di strizzare l’occhio alle bollicine di classe. Il Metodo Classico 120+1, uno spumante ottenuto da Pinot Nero in purezza. Affinato sui lieviti per ben 120 mesi, questo spumante si distingue per la sua complessità, la sua eleganza e la sua persistenza. Un sorso di 120+1 è come fare un tuffo nel tempo, un’esperienza sensoriale che ti trasporta in un mondo di eleganza e complessità.
Il colore giallo paglierino intenso, con riflessi dorati, è il primo indizio della ricchezza che ti aspetta. La bollicina, quasi impercettibile alla vista, danza lentamente nel calice.
Al naso, un susseguirsi di sensazioni odorose: pane appena sfornato, biscotti fragranti, frutta matura e un tocco di vaniglia.
Al primo sorso, la cremosità del vino ti avvolge, come una carezza. La bollicina, ottimamente integrata nel vino, rotola sul palato, lavorando in sinergia con la freschezza . Il gusto è complesso, con ritorni di frutta matura, biscotti e un finale lungo e persistente, che lascia un piacevole retrogusto di nocciola.