We’re back again. Dopo il forzoso stop dovuto alla pandemia, FBM riapre i battenti. Sarebbe stata l’edizione del decennale, ma avremo ancora un paio d’anni per organizzarla. Io ed il mio fido alter ego The Bubbles Lord abbiamo stilato un calendario di quattro incontri, due dedicati a sentire le influenze dei territori e due più generalisti per conoscere metodi classici poco blasonati. Più di 20 i Metodi Classici che incontreremo nel nostro percorso con allettanti nuovi prodotti e piacevoli certezze. Cambiata la sede degli incontri. Da poco ha aperto Secco a Camaiore, un ristorante che strategicamente propone abbinamenti cibo e spumanti, per cui è stato naturale spostare anche FBM in questo posto. Ieri sera, 17 Novembre abbiamo iniziato il nostro viaggio con la prima serata dal titolo: Lo Chardonnay in Lombardia: Franciacorta V/s Montenetto. Vitigno internazionale poliedrico, declinabile in mille sfaccettature, dà una bella interpretazione di se in territori ricchi di minerali come le colline moreniche di Franciacorta. Che cosa ci offrirà nella versione allevata sul l’altopiano del Monte Netto, situato a sud di Brescia, terroir diverso sia geologicamente che per il microclima presente? Le argille rosse caratterizzeranno il gusto del vino o daranno un tocco lieve? Vi ho incuriosito? Allora non dovete far altro che proseguire la lettura per conoscere le nostre impressioni sui prodotti in degustazione. Chi si fosse pentito di non essere stato con noi può sempre rimediare partecipando alla prossima serata in programma per venerdì 25 Novembre dove faremo un giro per l’Italia con prodotti in veste bianca e rosa dal titolo… Da Sud a Nord in doppia veste. Vi aspettiamo!
Lombardia: Lazzari, “Adamah”, Pas Dosè 2019, pds 20, Chardonnay 100%
Lazzari è la prima delle tre aziende situate in Montenetto, territorio che nel corso del tempo non è stato attaccato sia dall’antropizzazione che dall’industrializzazione, che ha conservato intatta la sua originaria vocazione agricola. Davide Lazzari, per gli amici Paolo…-), è la quarta generazione che opera in azienda con il fine di massimizzare l’identità delle uve allevate; per questo motivo tutti i vini prodotti sono fatti solo con le uve di proprietà senza apporti esterni. Il prodotto in degustazione, Adamah, è l’evoluzione del brut che avevamo già degustato. Snellito nei profumi e reso più tagliente al gusto, questo metodo classico non ha mezzi termini o si ama o si odia. Il panel degustatori si è spaccato quasi a metà. Io mi sono trovato fra quelli che hanno apprezzato il nuovo gusto di questo millesimato realizzato con il metodo Solo Uva. Verdolino, brillante, arricchito da numerose, lente, catenelle di anidride carbonica. Naso delicato con imprinting agrumato, lime e pompelmo giallo, ed in successione sbuffi di sambuco. Sul finire un delicatissimo accenno di zafferano. Attacco in bocca fresco, la bollicina di pregevole fattura, supporta ed integra questa sensazione. Chiusura sapida e gustosa che prolunga il piacevole frutto anche in via aromatica. Complimenti Davide.
Lombardia: San Michele, “Belvedere” Brut s.a, pds 24, Chardonnay 50%, Turbiana 50%
Seconda azienda ubicata nel Parco Agricolo Regionale. La filosofia aziendale è quella di estrarre le caratteristiche del territorio per riportarle nel calice con il proprio stile. Allo scopo le uve vengono raccolte a piena maturazione anziché anticipatamente. Anche in questo caso per contenere il tenore alcolico viene utilizzato il metodo Solo Uva. Inutile dire che l’allevamento delle viti viene fatto in regime biodinamico. L’apporto del Trebbiano di Soave rende il colore paglierino; il perlage è di ottima fattura. Anche in questo caso i profumi sono delicati e piacevoli. Accenno agrumato e fiori fragranti al primo naso, sono seguiti da note di pesca bianca. Al sorso si distende bene nella bocca, la bollicina rotola sulle papille accarezzandole dolcemente. Freschezza che in aroma ripropone la nota agrumata e piacevole sapidità in finale di beva.
Lombardia: Tenuta la Vigna, “Anna Botti” Brut s.a, pds 28, Chardonnay 100%
Terza ed ultima azienda proveniente dalla zona “minore”. A causa di un disguido nella consegna dei campioni abbiamo rischiato di non poterli proporre in degustazione, ma la nostra buona stella ha messo tutte le cose a posto in tempo. Questo che ci accingiamo a degustare non è l’ultimo prodotto di Montenetto perché l’azienda ha presentato due prodotti e seguendo la regola di servire i vini in ordine crescente di maturazione sulle fecce il loro secondo prodotto sarà degustato alla fine. The Bubbles Lord aveva già degustato entrambi i prodotti al decennale di FIVI e ne era rimasto favorevolmente impressionato. Verdolino, con note più calde di quelle del primo prodotto della serata, con un’ottima produzione di carbonica, costante nei tre assaggi. Attacco olfattivo giocato su fiori di timo e acacia, ricordi agrumati piacevolmente evoluti e sul finire una nota speziata di zafferano con risvolti balsamici. Al gusto, complice una piccola parte di vino base fermentato in legno esausto, il gusto è più “gourmant”. Freschezza e la suadente bollicina aprono la strada per poi lasciare alla finale scia sapida il compito di caratterizzare il gusto.
DOCG Franciacorta: Santus, “Satén” Brut 2018, pds 36, Chardonnay 100%
In quel di Passirano, i coniugi Maria Luisa Santus e Gianfranco Pagano, entrambi enologi, hanno deciso di valorizzare il territorio franciacortino allevando le viti in modo biologico. Gran parte dei produttori di Franciacorta stanno abbracciando questa filosofia ma i punteggi ottenuti con gli algoritmi del progetto Biopass, che attribuisce uno specifico punteggio a seconda dei singoli microorganismi che si trovano in una ambiente disturbato, certificano in modo oggettivo l’anima bio dei prodotti Santus. Il colore del satén in degustazione comincia ad incrementare la tonalità verso tinte più accese di giallo, impreziosito da molteplici catenelle di festanti bollicine. Al naso note fragranti agrumate di cedro e pompelmo rosa preludono a ricordi di pesca e accenni caseari. Al gusto la bollicina, carezzevole e persistente, regala una cremosità più suadente non percepita nei precedenti campioni ma obbligatoria in questa tipologia. La freschezza iniziale cede il testimone alla gustosa sapidità finale in questa staffetta di piacere.
DOCG Franciacorta: Due Gelsi, Etichetta Oro, Brut s.a, pds 50, Chardonnay 100%
Le vigne sono letteralmente circondate dagli olivi. In questo luogo incantato a Villa Pedergnano prendono vita i franciacorta di Elia Belotti. Piccole quantità destinate a soddisfare le richieste dei cercatori di micro produzioni come il sottoscritto. Appena 500 sono le bottiglie messe in produzione ed essere riusciti a recuperarlo per la degustazione ha fatto emozionare i presenti. I vini base fermentano in tino d’acciaio a basse temperature per mantenere i profumi dell’uva. Alla vista si presente in veste dorata con un manto di piccole e continue bollicine. Naso ricco di profumi che hanno lasciato la freschezza dei campioni precedenti per regalarci sensazioni di frutta tropicale, mango e papaia, cedro candito, accenni di creme caramel. In bocca questa dolcezza olfattiva sparisce di botto. Le fini bollicine contenute nella trama del vino sorreggono la freschezza che deve equilibrarsi, con un po’ di fatica, con la struttura più importante di questo prodotto data anche dalla lunga sosta sui lieviti. La chiusura è gustosa, persistente e piacevolmente sapida. Da tutto pasto.
Lombardia: Tenuta la Vigna, “Ugo Botti” Brut s.a, pds 69, Chardonnay 100%
Secondo campione dell’azienda ed ultimo in degustazione. Diversi presenti lo hanno aspettato in gloria fin dall’inizio. Anche in questo caso si tratta di una piccola produzione; 700 bottiglie. Mosto con fermentazione in legno esausto per donare struttura al prodotto. Lunga sosta sui lieviti per ottenere le piccole perle che si notano alla vista. Naso intenso e bene articolato. Fiori di tiglio e acacia, scorza di agrume candito, e ricordi di mandorla tostata; chiude con accenni empireumatici di tabacco. Al sorso è appagante, equilibrato e persistente. Lineare nella beva con un gustoso finale sapido che, ripropone i frutti percepiti al naso. Degna chiusura di un percorso che ci ha fatto assaporare un territorio sconosciuto ai più