Quale è la bevanda migliore da abbinare alle ostriche? Il dilemma ci attanagliava da un pò e molto ingenuamente ci siamo proposti di trovare una risposta univoca. Ovviamente non siamo venuti a capo di nulla in quanto come dicevano saggiamente i latini “de gustibus non disputandum est“, nel senso che ognuno ha le proprie preferenze di beva che fanno prediligere l’uno o l’altro abbinamento. Sulla tavola:
Champagne classique brut s.a. Maison Mumm Cordon Rouge
Champagne rosé Theophile della Maison Roederer
Vin de Bandol rosé Domaine Ott
Muscadet Sèvre et Maine sur le lie Domaine Chéreau-Gϋnther
Muscadet Sèvre et maine sur le lie Domaine de l’Ecu
Rosé d’Anjou Elysis 2010
Una provocazione con un vino pirata, per dirla alla Masna, offerto da Giardini Ripadiversilia a base di Malvasia di Candia, Gewurztraminer ed Arneis, che l’amico Lello ha voluto condividere con noi.
Partenza con il nostro vassoio di ostriche della Bretagna, (grazie alla mancanza di due commensali il loro numero è cresciuto nei nostri piatti) sapientemente aperte e raffreddate. Anima carnosa ed ottima percezione di mare percepibile degustandola al naturale. Per quanto riguarda gli abbinamenti con i vari vini, personalmente uso la tecnica di staccare l’anima dalla vulva, svuotare il liquido che contiene l’anima e riempirlo col vino da degustare. Vietato assolutamente masticare l’ostrica. Il matrimonio va percepito per via retronasale valutando la persistenza dell’abbinamento di gusto. Devo dire che il panel ha apprezzato questo metodo di valutazione e ben presto quasi tutti i degustatori si sono cimentati in questa cosa.
A mio giudizio, forse un pò di parte visto il mio grande amore per le bollicine, Zanella permettendo, ho decretato il migliore abbinamento con lo Champagne Theophile. Con la tecnica di cui sopra la sensazione iniziale in bocca è molto piacevole. Il Pinot nero allarga bene in bocca ed una leggera sensazione di affumicato fa da trait d’union fra la mineralità dell’ostrica e la sapidità del vino. Abbinamento giocato sulle parti dure, molto intrigante e suadente, tanto da avermelo fatto definire “on air” l’amante irruento con bolla setosa…
Di ben altro abbinamento è quello che a mio modo di vedere si è classificato alle spalle del primo. Il Rosé d’Anjou vino della Loira con una bella morbidezza che sconfina a volte nella grassezza gioca il suo abbinamento avvolgendo ed accarezzando l’anima come un vero amante. Un matrimonio d’amore si potrebbe definire. Anche in questo caso la persistenza dopo la deglutizione dura svariati secondi senza che nessuno dei due amanti prevalga sull’altro.
Da menzionare anche la provocazione della serata. Sicuramente un’azzardo borderline, ma che devo dire mi è piaciuto. Non l’ordinerei con un plateau di ostriche, ma queste sensazioni di dolcezza, ben mitigate da una freschezza di tutto rispetto possono essere serbate per l’ultima ostrica a mo di dolcino…
Che dire ancora, ringraziamo Urano che ha organizzato la serata e di cui potete leggere le sue impressioni qui e lo staff del Bagno Florindo per la splendida ospitalità.