Dire che i vini del sud sono tutti muscolosi è un luogo comune da sfatare e le occasioni che ce lo dimostrano sono da ricordare. Anche in questo caso servito alla cieca il prodotto nel bicchiere poteva essere confuso tranquillamente con un nebbiolo piemontese sia per l’aspetto visivo, ma sopratutto per lo spettro olfattivo.
Leggera rosa iniziale, piacevole tostatura e poi le classiche note del piemonte: rabarbaro, china, liquirizia e tabacco. In bocca si capisce la differenza di territorio ma me lo aspettavo molto più muscoloso ed invadente, invece ha qualche sbavatura nell’equilibrio ma di buona struttura senza risultare pesante.