E’ stata una due giorni decisamente impegnativa quella in terre di Franciacorta, ma anche ricca di soddisfazioni che mi ha permesso di visitare aziende conosciute solo sulla carta, incontrare di persona produttori conosciuti via web, ma anche di salutare vecchi amici che come sempre ti stappano la bottiglia particolare per l’occasione. Raccontare questa due giorni porterebbe via troppo tempo a me a scriverla, ma soprattutto a chi fosse così temerario da leggerla, così ho deciso di inserire solo due pillole a testimonianza della mia partecipazione all’evento.
Pillola rossa: Coccaglio dall’amico Giovanni Arcari dell’omonima azienda “Arcari e Danaesi” che pur non partecipando alla manifestazione mi ha accolto in azienda con la sua consueta allegria ed irruenza. Situata sulla sommità del monte Orfano e circondata dai vigneti disposti su gradoni che ricoprono le pendici offre ai visitatori un piacevole panorama. Ma non è certo per questo che ho fatto tutti questi chilometri..:.-). Giovanni lo sa e ci accoglie con una selezione di prodotti realizzati con il metodo SOLO UVA che banalizzando il concetto utilizza il mosto delle stesse uve pe effettuare la seconda rifermentazione in bottiglia anziché lo zucchero di canna. Interessante filosofia che potete approfondire qui che accomuna alcune azienda franciacortine e che dona prodotti decisamente diversi. In primis sono tutti molto verticali e non dosati, per cui non adatti a tutti i palati ma diciamo a chi ha già dimestichezza con questa tipologia di vino. Secondariamente hanno una struttura dinamica e snella senza tanti fronzoli od orpelli gustativi. Unica pecca per un appassionato come me è la scarsa reperibilità dei prodotti che mi ha costretto a fare rifornimento in loco.
Pillola Blu: rotta verso Cologne per andare a conoscere di persona Roberto Turra che seguendo le orme paterne ha continuato l’attività di vignaiolo. Da conferitore di uve ha fatto il salto imprenditoriale avviando una vera e propria cantina per la produzione di Franciacorta. L’accoglienza è stata calorosa come spesso succede in loco. Roberto ci ha spiegato con dovizia ed enfasi tipica di chi ama il proprio lavoro come vengono alla luce il brut ed il millesimato pas dosè; il tutto mentre ci veniva servita una pizza napoletana in abbinamento proposta dallo chef Fabrizio Pasinelli. Dei due prodotti il pas dosè risulta essere più particolare, con buon impatto olfattivo e piacevolezza di gusto. Resta compresso in bocca giocando sull’eleganza e persistenza di gusto. Non conoscevo ne l’azienda ne i prodotti ma sono rimasto favorevolmente impressionato sia da una che dagli altri.