Siamo giunti alla fine anche quest’anno. Quattro serate indimenticabili, un viaggio nel cuore del metodo classico. Abbiamo degustato bollicine uniche, ascoltato storie affascinanti e condiviso momenti di pura gioia con voi, appassionati come noi.
Ogni sorso è stato un’emozione, ogni azienda una scoperta. Dai prodotti di nicchia prodotti in pochissimi esemplari ai prodotti con lunghe soste sulle fecce, abbiamo esplorato un mondo di sfumature e complessità.
Un ringraziamento a tutti i partecipanti, per la vostra curiosità e la vostra passione. Un ringraziamento speciale a Sabrina che ha saputo gestire l’organizzazione dei singoli appuntamenti.
E un grazie di cuore alle aziende che ci hanno aperto le porte delle loro cantine. Siete stati i veri protagonisti di questa avventura. Non vediamo l’ora di rivedervi alla prossima degustazione!
Piemonte: Ennio Filipetti, Bru Rosé s.a., psd 15, Pinot Nero 100%
Nelle dolci colline di Cassinasco, in provincia di Asti, troviamo l’azienda Filipetti Ennio. Fondata nel 1968 dall’omonimo Ennio, l’azienda è oggi guidata con la stessa passione dal figlio Roberto, che ne tramanda l’eredità e l’amore per la terra.
L’azienda crede fermamente nella produzione di vini di qualità, ottenuti esclusivamente da uve provenienti dai propri vigneti, coltivati con metodi sostenibili che preservano l’integrità del terroir e rispettano l’ambiente.
Ennio, che ha voluto essere presente alla serata, è un personaggio che ama accontare il proprio territorio con passione. Stesso impeto che mette nel racconto del prodotto portato in degustazione ma sempre con modi garbati, e se mi consentite con umiltà. Veramente una persona piacevole.
Il Metodo Classico, ottenuto da Pinot nero, che abbiamo degustato mostra le potenzialità di questo vitigno internazionale nelle colline piemontesi.
Alla vista si offre con un colore tenue ramato, il perlage fine e persistente.
Riconosciamo profumi di frutta fresca tipici del vitigno di provenienza incentrati su piccoli frutti di bosco, impreziosite da note di prodotti da forno, che si fondono in un bouquet di media intensità.
Il gusto ed il ricordo in bocca sono caratterizzati da una piacevole freschezza e da delicate note minerali.
Franciacorta DOCG: Mirabella, Demetra “Senza solfiti aggiunti” Pas Dosé s.a., psd 24, Chardonnay 100%
Nel cuore della Franciacorta, dove la tradizione vitivinicola si intreccia con l’innovazione, sorge Mirabella, un’azienda che ha fatto della qualità e della sostenibilità i suoi pilastri fondamentali. Fondata da Teresio Schiavi, l’azienda è oggi guidata con passione e competenza dai figli Alessandro e Alberto, che portano avanti l’eredità paterna, unendo esperienza e dinamismo.
Teresio, Alessandro e Alberto Schiavi sono tre enologi che lavorano in sinergia, ognuno con le proprie competenze specifiche. Teresio, il fondatore, è l’anima dell’azienda, un punto di riferimento per tutti. Alessandro, Maestro di cantina, coordina tutte le fasi della vinificazione, garantendo la massima qualità. Alberto, invece, si occupa del marketing e delle vendite, promuovendo i vini Mirabella in tutto il mondo.
Grazie a una profonda conoscenza delle vigne e a tecniche di vinificazione all’avanguardia, Mirabella è riuscita a ridurre drasticamente l’utilizzo di solfiti e ad eliminare completamente altri allergeni, come latte e uova, tradizionalmente impiegati nella chiarifica.
Un esempio lampante di questa filosofia è il prodotto in degustazione: Demetra Brut Nature Senza Solfiti Aggiunti ottenuto da uve chardonnay in purezza.
Alla vista si presenta con un colore giallo paglierino brillante e un perlage fine e persistente.
Al naso, regala sensazioni di frutta a polpa bianca, come mela e pera, arricchite da note floreali e lievi sentori di lievito; sbuffo balsamico di anice stellato
In bocca, è cremoso, con una bollicina delicata che accarezza il palato. La freschezza e la mineralità si fondono in un piacevole equilibrio, lasciando un retrogusto lungo e persistente.
Terre del Volturnio IGT: Il Verro, Sheeep Extra Brut s.a., psd 30, Coda di pecora 100%
Nelle suggestive colline casertane, dove il tempo sembra essersi fermato, sorge Il Verro, una cantina che ha fatto della riscoperta e della valorizzazione dei vitigni autoctoni la sua missione. Fondata da un gruppo di amici con la passione per la terra e il vino, l’azienda ha saputo trasformare un sogno in realtà, dando vita a vini unici e autentici che raccontano la storia di un territorio ricco di fascino e tradizioni.
Il nome Il Verro, che in dialetto locale indica il cinghiale, è un omaggio alla natura selvaggia e incontaminata che circonda la cantina. I vigneti, situati tra il Monte Maggiore e il fiume Volturno, si estendono su terreni di origine vulcanica, particolarmente vocati alla viticoltura. Qui, quattro vitigni autoctoni – Casavecchia, Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero e Coda di Pecora – trovano il loro habitat ideale, esprimendo al meglio le loro caratteristiche uniche.
Tra questi, il Coda di Pecora è senza dubbio il vitigno più rappresentativo dell’azienda. Scoperto quasi per caso e valorizzato da Il Verro, questo vitigno raro e affascinante, citato già nel 1875 da Frojo, promette di diventare uno dei grandi bianchi del futuro. Il suo nome deriva dalla forma del grappolo, che ricorda appunto la coda di una pecora.
La degustazione del Coda di Pecora, l’unico ad essere spumantizzato col metodo tradizionale, è un’esperienza più unica che rara. Occorre sapere infatti che l’azienda è l’unica produttrice in purezza di questo vitigno incluso, nel 2023 al numero 954, nell’ elenco dei vitigni nazionali.
Brillante paglierino alla vista con un perlage fine e continuo.
Al naso, il vino regala un bouquet intenso e complesso, con note di fiori bianchi, frutta matura a polpa gialla e sentori minerali.
In bocca, è avvolgente e persistente, con una freschezza e una sapidità che lo rendono attraente alla beva.
Colli Piacentini DOC: Luretta, Pas Dosè 2019, pds 45, Pinot nero 70%, Chardonnay 30%
Incastonata nelle colline piacentine, dove la natura offre un paesaggio variegato e suggestivo, sorge la Cantina Luretta, un’azienda vinicola dai vini unici e distintivi.
Tutto ha inizio con Felice, un pioniere che, dopo un’esperienza in Francia, decide di tornare in Italia e di mettere a frutto le sue conoscenze nel cuore della sua terra. Sotto l’antico Castello di Momeliano, sceglie di far nascere la sua cantina, un luogo magico dove la storia incontra il presente.
L’azienda crede fermamente nell’importanza della sostenibilità. Dal 1988, Luretta pratica l’agricoltura biologica, rispettando l’ambiente e preservando la biodiversità. Ogni scelta, dalla coltivazione delle uve alla vinificazione, è guidata dal desiderio di creare un prodotto di qualità, senza compromettere l’equilibrio del territorio.
Tra le etichette più rappresentative di Luretta spicca il Pas Dosé, uno spumante Metodo Classico che esprime l’essenza dell’azienda. Nato da una selezione accurata delle migliori uve Pinot Nero e Chardonnay, il Pas Dosé affina sui lieviti per almeno 36 mesi, acquisendo complessità e profondità.
Alla vista è di un acceso colore paglierino, tendente al dorato, con una buona carica di anidride carbonica che prende ordinariamente nel bevante.
Al naso, regala note di sentori agrumati, frutta a polpa bianca e accenni di panetteria.
In bocca, è intenso e persistente, con una bollicina fine e cremosa.
Lombardia: L’agona, Pas Dosé 2006, pds 192, Pinot nero 100%
L’Agona, immersa tra le colline pisane, è una cantina con anima prettamente toscana. Qui, tra vigneti che si estendono a perdita d’occhio e un’antica villa che ne fa da cornice, nasce una gamma di vini che esprime l’essenza del territorio.
Ma la storia dell’Agona non si limita ai confini della Toscana. La famiglia Puccinelli, anima pulsante dell’azienda, ha deciso di ampliare i propri orizzonti, acquisendo un’azienda vinicola in Oltrepò Pavese. Questa mossa strategica ha permesso di arricchire ulteriormente il portafoglio vini, introducendo un metodo classico di straordinaria eleganza: La Millesimata.
Questo vino era stato “dimenticato sur lattes” dal vecchio proprietario. Pensate che il prodotto in degustazione aveva 192 mesi di affinamento… roba da urlo.
Nasce in un terroir unico, caratterizzato da terreni argillosi e calcarei, che meglio riescono a far esprimere la complessità e l’eleganza del Pinot Nero.
Il primo impatto con questo spumante è visivo: un paglierino brillante con riflessi dorati che promettono un’esperienza gustativa ricca e complessa. Il perlage, fine e persistente, crea un gioco di bollicine che solletica il naso e prepara il palato.
Al naso si apre un ventaglio di profumi intensi e complessi. Le note fruttate di pesca e agrumi si intrecciano con delicate sfumature floreali di gelsomino e sentori più maturi di canditi. Un tocco di pasticceria completa il profilo olfattivo, conferendo al vino complessità.
In bocca si percepisce un’acidità ancora presente ben integrata nella struttura. Il gusto è pieno e persistente, con un ritorno delle note fruttate e floreali percepite al naso. La bollicina ha perso parte della sua energia ma non possiamo considerarlo certo un difetto visto le premesse. In ogni caso la bocca resta pulita ad ogni sorso, invitando a un nuovo assaggio.
Piemonte: Sargentin, Brut s.a., pds 24, Chardonnay 70%, Pinot nero 30%
Nata nel cuore pulsante delle Langhe piemontesi, l’azienda Casigliano, con il suo marchio dedicato ai prodotti d’eccellenza Sargentin, ha saputo catturare l’essenza di un territorio ricco di storia e tradizioni enologiche. Specializzata nella produzione di vini aromatizzati, Sargentin si distingue per la sua capacità di unire l’antica arte della vinificazione con la passione per le erbe e le spezie.
Seguendo metodi di lavorazione esclusivamente naturali e rispettosi della tradizione, Sargentin ha fatto del Barolo Chinato il suo fiore all’occhiello. Questo vino, simbolo di un’eccellenza enologica, viene prodotto secondo ricette secolari, utilizzando uve selezionate e aromatizzato con una miscela di erbe e spezie che ne esalta la complessità e l’eleganza.
La storia di Casigliano è legata a quella del proprietario Marco Pedrotto, un imprenditore proveniente dal settore edile che, affascinato dalle filosofie orientali e dalla botanica, ha deciso di intraprendere un percorso completamente nuovo. Acquistando un’azienda vinicola specializzata in vini aromatizzati, Pedrotto ha portato con sé una ventata di innovazione, unendo le sue conoscenze delle erbe e delle spezie alla tradizione enologica piemontese.
Dai tradizionali prodotti, tipici della zona piemontese, Marco ha deciso di provare a dosare con l’infuso per i vini aromatizzati, uno spumante metodo classico. Un connubio inusuale che ha dato vita a un prodotto unico nel suo genere, capace di sorprendere anche i palati più raffinati.
Colore di un intenso paglierino arricchito da lampi dorati. Le bollicine che risalgono dal bevante si organizzano in ordinati fili; la loro piccola forma è regolare di pregevole fattura.
Al naso abbiamo la sorpresa più grossa. Ci avvolge con sensazioni balsamiche di rabarbaro, accenni di china e legno di liquirizia. Scavando nel complesso bouquet si riesce a trovare anche della frutta rossa matura che dona fragranza ai profumi.
In bocca la bollicina deve dare man forte all’acidità per contrastare il dosaggio, ma l’effetto d’insieme è sicuramente una cosa intrigante. Piacevole il ricordo con ritorno di sensazioni percepite al naso.