A fine maggio sono stato convocato dalla sempre vulcanica Michela Muratori a Villa Crespia per la prima verticale Millè. Per i pochi che ancora non lo conoscono si tratta di uno Chardonnay in purezza il cui vino base prima di essere sottoposto alla seconda fermentazione affina in acciaio per oltre 30 mesi. Stessa sosta è prevista a contatto con i lieviti. Parliamo quindi di un prodotto che minimo bisogna attendere più di cinque anni dalla vendemmia.
In degustazione avevamo 2010,2009,2008,2007 e fuori scala la prova del 2004. Tutte le annate in degustazione sono state degorgiate da 5 a 6 mesi fa.
A mio giudizio occorre separare il 2007 dagli altri. Questo millesimo è ancora legato ad una filosofia aziendale non ben definita. Mi spiego meglio, abbiamo il packaging moderno e fashion, ma il prodotto nella bottiglia è molto vicino gli altri chardonnay aziendali, anche se con maggiore permanenza sui lieviti in bottiglia. Complice una vendemmia anticipata dovuta all’annata calda, si presenta al naso con sensazioni compatto fruttate e minerali ed una bocca con le durezze in primo piano e pienezza di gusto. Se la degustazione fosse finita qui avrei subito posto la domanda: siete sicuri che la veste così appariscente sia il giusto contenitore per un vino con questa personalità e sostanza?
Abbiamo altre annate nel bicchiere e soprassiedo per il momento.
Dalla vendemmia 2008 si nota una cambio di passo. A dispetto di un’annata più piovosa della precedente il naso amplia il suo bouquet aggiungendo sensazioni tostate ed il gusto diventa più arrotondato eliminando gli spigoli che caratterizzavano la prima annata. L’enologo ci ha confermato che zone di provenienza delle uve sono state quelle moreniche di media collina che hanno potuto contrastare meglio le avversità climatiche.
Le ultime vendemmie sono sullo stesso stile con una leggera piacevolezza nell’immediato per il 2009, ma con potenzialità ancora da esprimere per il 2010.
Decisamente il Millè nel percorso che abbiamo degustato va incontro al gusto del consumatore medio che vuole una bottiglia che possa essere sbicchierata in compagnia di amici per il gusto di bersi un buon metodo classico. Non faccio la domanda iniziale perché il prodotto è riuscito ad integrarsi con il contenitore.
Ed il 2004? Bhe questa è tutta un’altra storia. Ne sono rimaste meno di 1.000 bottiglie e quindi non verranno mai messe in commercio, ma utilizzate per le varie degustazioni. Un vero peccato. Figlio di una grande annata con ottime escursioni termiche, il prodotto è di sicura personalità. Naso con note eteree, frutto ancora croccante con accenni tropicali di avogado. Gusto persistente con piacevoli rimandi al naso. Ottima struttura con le durezze leggermente ossidate tanto che più di un presente lo ha accostato ad uno champagne. Che dire di più?
Ringrazio Michela ed i miei compagni di viaggio per questa bella esperienza che ha arricchito il nostro bagaglio culturale… Alla prossima verticale.