Come promesso alla fine del nostro primo incontro del 20 marzo u.s. la Delegazione Versilia, a mezzo del sottoscritto che come molti sanno ha una particolare predilezione per le bollicine…;-),ha organizzato il successivo incontro dedicato ai Metodi Classici dell’Oltrepò Pavese, stavolta in versione rosata, ovvero i Cruasé. Unendo le due espressioni “Cruà”, come cru ma anche come migliore espressione storica del rapporto vino-territorio, e “rosé”, vino poco valorizzato in Italia ma dall’enorme potenziale, è nato “Cruasé”. È il marchio collettivo di proprietà del Consorzio, disciplinato da un apposito regolamento, a supporto della Docg Oltrepò Pavese Metodo Classico Rosé. Il regolamento per produrlo prevede una serie di parametri che, comunque, partono dalla base del disciplinare: minimo 85% di Pinot nero con la specifica di vitigno nella DOCG, “naturalmente rosé per nascita” quindi non ottenuto da cuvée da uve bianche e rosse o da mosti ma solo per contatto con le bucce da cui si ottengono prodotti con tonalità di colore dalle più scariche alle più accese. I prodotti selezionati, provenienti sia da agricoltura tradizionale che biologica, sono stati proposti in abbinamento a pietanze appositamente preparate dallo staff di cucina del Ristorante L’OCA in Via Coppino, 409 nella splendida darsena di Viareggio. Ne è uscita una cena a cinque portate in abbinamento a cinque vini che i quaranta, selezionati, commensali hanno apprezzato e commentato fino a tarda notte. La serata è stata sapientemente introdotta da Luca Padroggi dell’azienda La Piotta, il quale ha illustrato le peculiarità e la storia spumantistica del territorio con simpatici ed interessanti aneddoti.
I produttori della serata in ordine di uscita:
Cantine Francesco Montagna
Azienda Agricola Piero Torti
Azienda Agricola Padroggi Luigi e Figli
Azienda Agricola Travaglino”Monteceresino”
Azienda Agricola La Travaglina “Julillae”
Per le note di degustazione… continuate a leggere.
Cantine Francesco Montagna s.a. Pn 100%, 18 mesi sui lieviti
Il primo prodotto proviene dalla parte bassa del territorio, più precisamente dalla zona di Broni dove le altezze non superano i 200-250 mt. Il colore denota che il periodo di sosta sulle fecce non è stato molto prolungato. Vira da colori rosati tipici della buccia di cipolla e quelli che ricordano la scorza d’arancio. Non molto espressivo all’olfatto ma con profumi eleganti di frutti rossi tipici del vitigno di origine. In bocca è verticale, gioca più sulle durezze che sulla struttura del pinot. Sicuramente elegante. E’ stato proposto in abbinamento con Il Gazpacho di gamberoni; un abbinamento che sfiorava l’armonia, sicuramente uno dei più riusciti della serata. Siamo partiti col piede giusto.
Azienda Agricola Piero Torti Brut s.a. Pn 100%, 24 mesi sui lieviti.
Secondo prodotto in purezza, prodotto in Montecalvo Verssiggia ad un altitudine di 360 mt. slm. su terreni limosi argillosi. Colore più intenso e “corallino” del primo. Buona schiuma alla mescita e perlage fine. Al naso poca spinta olfattiva con sensazioni basate sempre su frutti rossi di bosco, fragranti e croccanti. In bocca ha meno grip del precedente ma le sue caratteristiche di “vino femmina” ben lo accostano al Millefoglie di Capesante, melanzane e bufala; leggera predominanza del piatto sul vino specialmente per via la salsa vede cha accompagnava la pietanza. Piacevoli le verdure disidratate che verticalizzavano il gusto.
Azienda Agricola Travaglino “Monteceresino” s.a. Pn 100%, 24 mesi sui lieviti.
Anche questo prodotto viene degustato in purezza, prodotto in Montécerésino nel comune di Calvignano ad un altitudine di 380 mt. slm. su terreni argillosi. Alla vista ha un colore decisamente più carico dei precedenti, si passa ad un bel rosso lampone carico con buona formazione di spuma che ci preannuncia la buona struttura del vino. Naso decisamente più marcato, apre sempre con i frutti di bosco, ma in cui primeggia un lampone ed un ribes non perfettamente maturo, ricordi floreali di geranio. Alla beva la struttura è larga ed occupa tutta la cavità orale, la finezza dei precedenti campioni è sostituita dalla possenza muscolosa. Buona acidità, pochi accenni di sapidità, chiusura di bocca piacevole. Abbinato a dei Ravioli di rana pescatrice, crema di carote e zenzero, risulta il meno azzeccato degli abbinamenti in quanto il vino risulta essere troppo importante per il piatto ed anche l’aggiunta della spezia non riesca ad allargarne la struttura.
Azienda Agricola Padroggi Luigi e Figli s.a. Pn 100%, 24 mesi sui lieviti.
Anche questo prodotto viene degustato in purezza, proveniente da vigne allevate biologicamente a Montalto Pavese ad un altitudine di 400 mt. slm. su terreni calcareo-marnosi. Alla vista ha un colore che potrebbe farlo scambiare tranquillamente per un rosso. Base rubina con riflessi tendenti al granato con buon perlage. Naso con un bel lampone in prima battuta sopportato da piccoli frutti neri ancora non perfettamente maturi. In bocca ha una struttura verticale concentrata sulla lingua. Buona freschezza e sapidità, piacevole grip in bocca e buona persistenza. Lo abbiamo abbinato a La Calamarata con Astice e lamponi, dove il trait d’union era il frutto della pietanza. Discreto abbinamento, ma personalmente avrei invertito la Piotta con Travaglino.
Azienda Agricola La Travaglina “Julillae” s.a. Pn 100%, 30 mesi sui lieviti.
Ultimo dei prodotti in degustazione della serata anch’esso in purezza proveniente dal comune di Santa Giulietta su terreni calcareo-argillosi. Il colore è di un bel rosa salmone, brillante e con un fine perlage. All’olfatto l’impatto e di buona intensità ed i riconoscimenti otre ai “tradizionali” lampone, ribes, viene arricchito da sensazioni di pesca e mela acerba. In bocca è elegante, fine e stretto. Molto verticale e minerale ma con una buona struttura. Sicuramente il prodotto che ha fatto discutere maggiormente i presenti e quello che ha riscosso i maggiori consensi. Presentato in abbinamento con Trancio di Orata all’ acqua pazza ha saputo dosare potenza e finezza per compenetrarsi con la pietanza producendo un ottimo abbinamento.