La 57ª edizione del Vinitaly si è chiusa a Verona con dati rilevanti: 4.000 società partecipanti, tutti gli spazi espositivi occupati e professionisti provenienti da 140 nazioni. Dal punto di vista delle quantità, si tratta di un buon risultato, e ciò ribadisce la rilevanza della mostra quale punto di riferimento del vino italiano. Però, al di là delle cifre, quali sono i progressi effettivi e le zone che necessitano di perfezionamento?
Giovani e vino: un legame da capire
Un argomento molto sentito dell’edizione appena conclusasi ha riguardato l’atteggiamento dei giovani nei confronti del vino. L’Osservatorio Uiv-Vinitaly ha diffuso una ricerca che confuta alcuni luoghi comuni: i nati tra gli anni ottanta e duemila sono consumatori abituali di vino, e sono anche disposti a spendere per etichette premium dato che per loro il vino è uno status symbol. Tutto bene quindi? No. La relazione di Roberta Garibaldi sul turismo del vino mostra come le persone tra i 28 e i 44 anni siano meno affezionate ai brand aziendali. Ancora, anche se i giovani bevono vino, non si nota un collegamento forte con il cibo, al contrario dei consumatori più maturi. Questo dovrebbe far pensare a chi produce: come parlare di vino ai giovani in modo utile, conservando la sua caratteristica di abbinamento al cibo?
Enoturismo: una risorsa da valorizzare
Vinitaly 2025 ha dato i natali a Vinitaly Tourism, un progetto ancora in espansione ma con un grande scopo: la valorizzazione delle esperienze in cantina. Qualcosa di cui si sentiva il bisogno, data la crescita del settore e la domanda dei turisti verso il “living wine”, ovvero il vino come parte di un’esperienza a 360 gradi.
Anche in questo caso il lavoro da fare è molto. La relazione Garibaldi porta alla luce alcune criticità che rischiano di penalizzare il business dell’enoturismo: mancanza di informazione trasparente, orari delle visite limitati e principalmente in giorni feriali, prezzi dell’esperienza ritenuti cari e dulcis in fundo paura dei controlli stradali dopo la degustazione. Vinitaly Tourism può, anzi deve essere la piattaforma dove affrontare e risolvere tali problemi, sicuramente attraverso la creazione di una rete fra cantine, tour operator e istituzioni.
Internazionalizzazione: una strategia da affinare
L’internazionalizzazione è ancora priorità massima per Vinitaly, con il fine di sostenere la competitività del settore in un contesto globale complesso. La presenza a Pordenone dei 1.200 top buyer provenienti da 71 Paesi è un segnale incoraggiante. Tuttavia, sarebbe interessante capire meglio quali sono le strategie messe in atto per “tracciare nuove rotte di destinazione”, come dichiarato dal presidente di Veronafiere. Quali sono i mercati emergenti su cui puntare? Come affrontare le tensioni geopolitiche che possono influenzare l’export? Vinitaly deve essere una guida per le aziende, fornendo dati, analisi e strumenti per affrontare le sfide del mercato globale.
Innovazione e sostenibilità:
Vinitaly 2025 ha lasciato spazio anche ai temi dei vini NoLo, dei RAW Wine e dei vini in anfora. Una mossa che attesta la sensibilità della manifestazione verso nuove tendenze e la volontà di “trasformarsi dall’osservatore della tendenza all’incubatore della medesima”. Comunque, a mio parere, non c’è ancora un forte accento sulla sostenibilità ambientale. Nonostante il documento citi la sostenibilità e l’innovazione nell’ospitalità vinicola, sarebbe meglio un approfondimento sull’argomento della produzione sostenibile, della riduzione dell’impatto ambientale e della filosofia dell’economia circolare. Il futuro del vino deve puntare sulla qualità ma anche sulla sostenibilità.
In conclusione, ho visto un Vinitaly in crescita, ma con ampi margini di miglioramento. L’evento resta un appuntamento irrinunciabile per chi è nel mondo del vino, in grado di analizzare le nuove tendenze e ad essere flessibile nei confronti dei mutamenti nel mercato. Tuttavia, ci sono ancora delle aree in cui si può e si deve migliorare, ma la manifestazione ha tutte le carte in regola per essere sia un’efficace vetrina del vino italiano, sia un motore di trasformazione e di innovazione per il settore.